Il progetto REBUILD
Il progetto REBUILD ha come obiettivo principale l'integrazione dei migranti e dei rifugiati in Europa, attraverso lo sviluppo di soluzioni e tecnologie ICT per migliorare l’efficienza dei processi di gestione dei servizi da parte delle autorità locali e la qualità della vita dei migranti. Il punto di partenza è, infatti, la constatazione di un divario tra la fornitura di servizi pubblici e l'effettiva possibilità di accedervi da parte dei migranti e dei rifugiati.
Questo obiettivo verrà raggiunto attraverso la creazione di una applicazione che potrà essere utilizzata dai migranti e dai rifugiati per garantire una migliore interazione tra loro e le pubbliche amministrazioni e una corrispondenza più efficace tra i bisogni dei migranti e la fornitura dei servizi all’interno dei Paesi ospitanti.
Le tipologie di servizi prese in considerazione si richiamano ad una serie di diritti di cui sono titolari i migranti, ma non si limiteranno a quelli:
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accesso alla formazione
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permesso di soggiorno
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servizi di welfare
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accesso all’alloggio
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Accesso alle procedure per il riconoscimento delle qualifiche professionali
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servizi per minori non accompagnati
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Altri servizi
Attività e metodologia
Per raggiungere l’obiettivo del progetto verrà innanzitutto effettuato un lavoro di raccolta di dati demografici dei migranti (nel rispetto della tutala della privacy), e sulle attività delle pubbliche amministrazioni.
Questo lavoro richiederà preventivamente l’elaborazione di un modello di raccolta dati e di una metodologia comune a tutti i partner che effettueranno le interviste.
All’interno di ogni Paese coinvolto (Italia, Grecia e Spagna), le rispettive ONG, coordinate da UNINETTUNO e CIDAS, gestiranno interviste individuali scegliendo un campione rappresentativo di utenti, tenendo conto della provenienza geografica, della religione, del sesso e dell’età e che saranno identificati in due gruppi principali: migranti inclusi in programmi di seconda accoglienza, che continuano a beneficiare dei servizi di supporto, e migranti che hanno appena lasciato i programmi di accoglienza.
Verrà effettuata una rilevazione anche presso la pubblica amministrazione con un minimo di 20 interviste nei 3 Paesi target di progetto.
Al termine di questa fase di raccolta dati, verranno organizzati 3 seminari di co creazione in Italia, Spagna e Grecia, in cui verranno definiti gli scenari e i requisiti che dovrà avere il toolbox Rebuild, partendo dalle buone pratiche esistenti, dai bisogni rilevati dei migranti, dai processi in atto presso le pubbliche amministrazioni, dalle attuali barriere sociali e culturali e dalle questioni legate alla tutela dei dati personali.
I seminari, che dureranno due giorni e che prevedono la partecipazione di 30 persone esterne al consorzio (Immigrati, funzionari di pubbliche amministrazioni), rappresenteranno un elemento di innovazione e i partner vi parteciperanno sia come esperti che come facilitatori coordinando le attività e basando il lavoro su una serie di tecniche per arrivare all’elaborazione di uno schema di toolbox. Sarà prevista la partecipazione di esperti di diversi settori scientifici: dall’ICT alle scienze umane e sociali, oltre che di soggetti esterni al partenariato.
Le informazioni raccolte attraverso le interviste ai migranti e i risultati prodotti nel corso dei seminari saranno necessari per l’attività di progettazione del toolbox: si procederà, infatti, a creare un strumento per abbinare le esigenze espresse dai migranti e le competenze individuate nella fase di raccolta delle informazioni, con i bisogni a livello locale e i servizi forniti dalle amministrazioni. Questo matching rappresenta una delle componenti principali per orientare i migranti. La responsabilità di tale attività verrà affidata all’Università politecnica di Madrid (UPM), un’università tecnica della Spagna. Verrà predisposto un report di elaborazione dati che servirà anche alle pubbliche amministrazioni come base per la definizione delle politiche da adottare in materia di migranti e rifugiati.
Contemporaneamente si procederà, sotto il coordinamento di CERTH (un’organizzazione greca operante nel campo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione), alla progettazione di un tutor digitale, che rappresenta l’interfaccia per la comunicazione tra migranti e pubblica amministrazione, al fine di fornire ai migranti informazioni verificate sui vari servizi pubblici esistenti (almeno 10).
Il tutor sarà dunque uno strumento di comunicazione diretta con i migranti e un mezzo di orientamento. Il tutor prevedrà modalità di comunicazione che tenteranno di superare le barriere linguistiche, anche attraverso clip e pittogrammi.
Esso sarà anche responsabile di fornire informazioni per migliorare la percezione pubblica sulla migrazione a qualsiasi parte terza interessata. Per fare ciò, creerà automaticamente infografiche basate su domande precedenti e dati esistenti.
Una volta realizzati questi strumenti, sotto il coordinamento dell’UNESCO, i moduli di Rebuild saranno prima testati su un gruppo di utenti selezionati, intesi sia come utenti finali (migranti) sia come fornitori di servizi (pubbliche amministrazioni). Il test, dunque, sarà effettuato su utenti reali per seguire un approccio interattivo che consenta l’attivazione di cicli di feedback. All’inizio, questo primo test verrà effettuato in sessioni su piccola scala. È previsto un minimo di tre test, che coinvolgano almeno 30 unità da entrambi i gruppi di utenti. I risultati serviranno a fornire utili feedback per il miglioramento del toolbox.
Si avrà, a questo punto, la fase pilota, nella fase conclusiva del progetto (ottobre 2021) attraverso l’implementazione della versione completa del sistema all’interno dei 3 Paesi coinvolti. Il progetto pilota coinvolgerà almeno 100 utenti dei 3 Paesi e di entrambi i gruppi target (migranti e pubbliche amministrazioni) selezionati dai partner del progetto
I risultati del progetto pilota aiuteranno a convalidare l'applicazione nel suo insieme. L'obiettivo sarà infatti anche quello di raccogliere informazioni per convalidare l'applicazione: tutti i moduli del Digital Companion saranno valutati in termini di accessibilità e usabilità da parte di entrambi i gruppi di utenti.
Il progetto prevede, inoltre tre tipi di attività che si svilupperanno per tutta la sua durata.
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Da una parte, con il coordinamento di MDAT, l’attività di comunicazione e di diffusione dei risultati attraverso l’elaborazione di un piano strategico e una serie di attività che prevedono la creazione di un sito web, la redazione di articoli giornalistici e comunicati stampa, il ricorso ai social media, l’organizzazione di eventi dedicati al progetto (seminari, conferenze, focus group) e l’individuazione di eventi già pianificati all’interno dei quali promuoverlo.
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Dall’altra, una serie di attività miranti a garantire il rispetto della privacy nell’attività di raccolta ed elaborazione dei dati, sotto la supervisione dell’Università di Bruxelles VUB. Durante tutte le fasi ci sarà un monitoraggio costante del rispetto dei requisiti per garantire che le soluzioni progettate rispettino e riflettano, per quanto possibile, i diritti fondamentali del contesto europeo (in particolare, il diritto alla protezione dei dati personali e il diritto alla privacy).
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Durante l’intero ciclo del progetto verranno realizzate attività per mappare l’impatto socio economico e politico sulle due categorie di soggetti interessati: i migranti e le pubbliche amministrazioni. Questa attività sarà coordinata da DEN Institute, che dovrà innanzitutto sviluppare una metodologia e poi organizzare un seminario per aiutare i partner nella comprensione della metodologia. Verranno identificate 3 aree nelle quali effettuare la valutazione di impatto e lo sviluppo di almeno 18 indicatori qualitativi e quantitativi per mappare gli impatti del progetto. Si prevede il coinvolgimento di almeno 100 migranti e 3 autorità locali.
Per sostenere i risultati del progetto a lungo termine, verrà inoltre sviluppato un piano di sostenibilità indicante la strategia e le azioni da intraprendere nei tre anni successivi alla conclusione del progetto. Verranno prodotti piani di sfruttamento individuali per ciascun partner oltre ad un'ampia strategia che verterà anche sulle opportunità di partenariato pubblico-privato e sulla partecipazione alle gare d’appalto pubbliche.